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FAMIGLIE MISSIONARIE a KM 0

Manuela e Fabio, parrocchia Pentecoste, Milano

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Manuela e Fabio, dopo un’esperienza in Brasile come fidei donum vivono alla Parrocchia Pentecoste con i  loro tre bimbi. Prima di loro due famiglie hanno vissuto la “fraternità missionaria” con don Alberto Bruzzolo e don Ambrogio Basilico: una parrocchia con al centro un’esperienza di fraternità e scambio vocazionale.

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Eccoci! Siamo la famiglia Panzeri (Fabio, Manuela, Marta e Caterina) e stiamo vivendo un’esperienza di fraternità missionaria nella parrocchia della Pentecoste nel quartiere di Quarto Oggiaro a Milano.

Per la parrocchia non è novità, ma un cammino ormai consolidato, iniziato circa 20 anni fa da un’intuizione di Don Alberto Bruzzolo con la famiglia Ragaini, continuato con Don Ambrogio e la famiglia Costa e giunto fino a noi, nella speranza che proseguirà oltre noi…!

Sempre con il Consiglio Pastorale ad appoggiare e incoraggiare questa esperienza, nella convinzione che lo stile di una parrocchia “in uscita” e di una comunità cristiana al servizio del Regno passino anche attraverso scelte di corresponsabilità laicale, di una chiesa semplice e attenta a tutti, soprattutto ai poveri e ai più bisognosi.

In questo senso la fraternità è segno di testimonianza, è segno tangibile di una Chiesa che vuole vivere accanto ai fratelli, presenza viva a fianco della gente, nelle gioie e nelle fatiche che la quotidianità del vivere ci presenta.

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La fraternità intesa perciò non come gratificazione e vanagloria di chi la vive ma semmai come strumento per valorizzare i diversi carismi presenti nella comunità parrocchiale dando ad ognuno di essi la possibilità di vivere appieno l’incontro personale con Cristo, secondo i tempi e modi di ognuno. (cfr. Mt 5, 14-16“né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa”, dove per casa intendiamo la chiesa/parrocchia).

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Ecco, è proprio questo quello che ci ha affascinato della fraternità di Pentecoste: dopo l’esperienza in Brasile come laici fidei donum della Diocesi di Milano ci siamo interrogati su come vivere quella Parola incarnata nella Vita tanto cara alla tradizione delle comunità di base brasiliane, anche qui, al servizio della  nostra chiesa locale (che già tanto offre). Il nostro desiderio –  personale, di coppia e di famiglia – era ed è  quello di continuare a camminare, non da soli, per realizzare quel sogno di una chiesa coi i piedi ben piantati per terra e con lo sguardo rivolto al cielo.

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Così da settembre 2016 fino a settembre 2020 abbiamo vissuto con Don Ambrogio sullo stesso pianerottolo della nuova chiesa della Pentecoste, in due appartamenti separati,  rispettando i tempi e gli spazi di ognuno ma condividendo alcuni momenti comuni: la cena, la preghiera e il confronto sulla vita della parrocchia e della fraternità. Non è semplice coniugare gli impegni di tutti e spesso non ce la facciamo…ma anche il condividere la stanchezza e il fatto di non essere supereroi (come le nostre figlie o i parrocchiani vorrebbero!) rafforza il senso e il legame della fraternità.

Da settembre 2020 con la nascita della Comunità Pastorali Il Cenacolo e l’arrivo di don Augusto Bonora come parroco, stiamo ridefinendo tempi e modalità della fraternità.

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Abbiamo la fortuna di ritrovarci in una parrocchia molto viva e partecipata (evidentemente le fraternità precedenti hanno seminato bene..) per cui seguiamo alcune attività e pastorali (il gruppo famiglie, il gruppo missionario e caritas) ma né più né meno di altre persone. Questo a volte ci mette in crisi e ci interroga : ma cosa siamo qui a fare? È veramente necessario vivere in parrocchia? No, non siamo indispensabili e semmai lo diventassimo allora sì che dovremmo veramente preoccuparci del senso della nostra presenza.

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Il nostro impegno è quello di esserci, di vivere la nostra vita, nella gioia e nelle difficoltà, accanto e a servizio degli altri, continuare a tener vivo  il fuoco della missione che altri prima di noi hanno acceso e alimentato. Già questo ci sembra un impegno per cui vale la pena spendersi e affidarsi nella mani di qualcun Altro.

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Manuela e Fabio

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Samuela e Maurizio, parrocchia Resurrezione, Milano

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Una "fraternità" per la Missione - Samuela e Maurizio, con i loro figli, sono da pochi mesi arrivati nella nostra comunità.

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Una famiglia prende casa in spazi e luoghi ecclesiali e diviene una presenza attenta e accogliente che cerca di vivere una fraternità anzitutto con chi abita nella porta accanto.

Ovviamente la fraternità poi si allarga alla comunità cristiana e a quanti abitano il territorio nella condivisione, in modo semplice ed immediato, della vita quotidiana fatta di bisogni, gioie e fatiche, attraverso una accoglienza reciproca tra famiglie.

Prima di declinarsi in attività o servizi, credo che la vocazione “missionaria” della famiglia debba consistere nell’aiutare la parrocchia ad avere quello sguardo sulla realtà «capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione» (EG, 27).

Solo così la parrocchia, come auspica papa Francesco, può riformarsi e continuare ad essere “la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie”.

Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi» (EG, 28).

Ecco dunque il senso della presenza e della missione della famiglia di Samuela e Maurizio Bianchi con i loro figli, residenti da fine febbraio 2021 nella casa parrocchiale della Resurrezione.

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Samuela e Maurizio

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