Cena tipica pasquale tra pochi amici intimi, tavolo massimo 13 persone.. Agnello, pane azzimo ed erbe amare, ottimo vino.
Menù. L’Ultima Cena era un pasto rituale che celebrava il Pesach, la Pasqua ebraica, in ricordo della fuga degli ebrei dall’Egitto. Si mangiava quindi quel che gli ebrei mangiano anche oggi: erbe amare, pane azzimo, charoset, agnello arrostito, vino.
Erbe amare. La lattuga, usata come antipasto anche nei banchetti romani. Oppure i germogli di cicoria selvatica o il sedano. Rigorosamente crudi. Si intingeva un boccone non più grande di un’oliva, in ricordo degli egizi che avevano amareggiato la vita degli ebrei. “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà” (Matteo).
Charoset. Una salsa, meglio ancora un impasto di frutta, in ricordo del fango con cui gli schiavi ebrei in Egitto costruivano i mattoni. Nell’impasto entravano mela, melagrana, fico, dattero, mandorla, noce. Cosparse di cannella e cinnamomo, a simboleggiare la paglia che si mischiava al fango.
Dita e posate. Le posate non esistevano. Si prendevano i bocconi dal piatto comune con le tre dita della mano destra, pollice, indice e medio. Facevano così anche i romani, che si proteggevano la punta delle dita con ditali d’argento se le pietanze erano troppo calde.
Galateo. L’Antico Testamento (Siracide) prescrive come si sta a tavola. “Non allungare la mano sui cibi che un altro desidera, non urtarti con il tuo vicino: se vi servite allo stesso piatto, dai tuoi desideri puoi immaginare quelli degli altri, quindi cerca di riflettere prima di ogni tuo gesto. Sii educato, mangia quel che ti presentano, se non vuoi essere disprezzato non fare rumore quando mastichi, per educazione sii il primo a smettere di mangiare e non fare l’ingordo per non suscitare disgusto. Se sei in compagnia di molti non essere il primo a servirti. Se ti hanno costretto a mangiare troppo alzati, corri a vomitare e ti sentirai meglio“.
Vino. Il vino dell’Ultima Cena non era puro. Ed era rosso. Offrire vino puro, allora, era considerato un’offesa. Gli ebrei usavano due parti d’acqua e una di vino, i romani e i greci tre parti d’acqua e due di vino