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Comunità Cenacolo

di:

Camilla

Benvenuto Don Giovanni

1 ott 2022

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Benvenuto Don Giovanni

In questi giorni di ripartenze delle attività pastorali, vi sarà capitato sicuramente di incontrare don Giovanni Salatino, in particolar modo a S. Lucia, dove si è trasferito alla fine di agosto con l’incarico di sacerdote referente per la parrocchia e Vicario della Comunità Pastorale. Volto nuovo della realtà di comunità, già familiare per molti di noi.

Abbiamo pubblicato sul sito della Comunità Pastorale una sua presentazione per conoscerlo meglio, e ora vogliamo porre a don Giovanni qualche domanda su come stia vivendo questo primo periodo. Ecco le sue risposte.


Quali sono i tuoi primi passi all’interno della Comunità Pastorale Cenacolo?

“Mi sto muovendo su un proscenio per me del tutto inedito. Non mi riferisco tanto alla situazione di periferia perché è il contesto che amo e che abito da sempre, anche se è vero che ogni quartiere ha la sua storia e i suoi vissuti e sarebbe arrogante presumere di ridurlo a fotocopia di altri quartieri: Quarto è unica, ha una sua specificità che spesso dimora sotto l'apparenza difficile e che si rivelerà a poco a poco. Mi riferisco piuttosto al mio modo di abitare Quarto Oggiaro. Ci arrivo non più da prete giovane ma come vicario (20 anni di messa del resto iniziano ad essere una cifra discreta) incaricato di seguire l'oratorio e la pastorale giovanile. In una comunità pastorale molto articolata, ora devo avere a cuore il cammino di tutti, dai piccoli che sono accompagnati al Battesimo agli anziani e ai malati.

Quindi i miei passi sono prudenti ma non come di chi ha paura di improvvisi agguati o di finire in un dirupo, ma come di un esploratore che non vuole perdersi nemmeno un dettaglio! E, vi confesso, che non è per nulla immediato per uno come me di solito con la testa presa da mille cose e il cuore che saltella da un sogno all'altro, per citare i Negramaro, "in bilico fra tutti i miei vorrei"!


Quali sono le tue prime impressioni?

“Le prime impressioni sono totalmente positive tanto che mi sto ripetendo, con il sorriso, di essere in una sorta di luna di miele. La realtà pastorale è abilmente prima di tutto interpretata e poi accompagnata dai sacerdoti, dalle religiose e dalle tante persone che abitano il quartiere da tempo; le quattro parrocchie sono espressione di una diversità che va tutelata perché è ricchezza ma che hanno scelto di condividere il cammino, di intrecciare i propri destini, di offrirsi una all'altra come un'ala suppletiva per volare più in alto.”


Ci racconti qualcosa dei numerosi (immaginiamo) incontri di questi primi giorni a S. Lucia?

Cosa ti colpisce maggiormente?

“Ciò che mi colpisce maggiormente in questi giorni è il volto di chi si approccia per stringermi la mano o per consegnarmi qualcosa del suo cammino: trovo i tratti di una confidenza immediata che mi fa pensare che questa terra sia stata benedetta da tante figure splendide di sacerdoti e religiosi che hanno saputo seminare bene e fiducia. Fra tutti però vorrei citare il volto di un bimbo che al suo primo mattino dell'oratorio estivo di settembre a

Santa Lucia, per me esattamente dopo una settimana di presenza a Quarto, vedendomi seduto sui gradoni davanti all'ingresso, mi si avvicina e mi dichiara,

con il sorriso, che mi presterà tutto il suo aiuto qualora mi servisse!

Certo che mi serve il suo aiuto e l'aiuto di tutti per essere comunità profetica, capace di interpretare le gioie e le sofferenze di questa umanità chiamata a vivere questo quartiere.”

Ringraziamo don Giovanni per le sue parole rinnovandogli il benvenuto e assicurando il sostegno di tutta la comunità con la preghiera e la vicinanza.

Camilla




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